Tutto pronto a Pagani per la festa più attesa dell’anno, quella della Madonna delle Galline, in programma tra il 14 e il 17 aprile.
Sta per terminare infatti la lunga attesa per l’edizione del 2023 della festa in onore della Madonna del Carmelo, detta “delle galline” per via della famosa leggenda del XVII secolo, che narra di una frotta di galline raspanti che riportò alla luce una tavola con il volto della Vergine, simbolo della manifestazione divina.
L’evento ebbe grande risonanza in zona e la credenza si diffuse a macchia d’olio, tanto da far costruire nel luogo stesso una chiesa che venerasse la Madonna e ne conservasse il dipinto, omaggiandolo con una grande festa e soprattutto con galline e altre specie di volatili.
Una peculiarità che mette insieme una serie di elementi che contribuiscono a costruire, di volta in volta, una delle più significative e genuine espressioni della pietà popolare che si registra nel sud Italia, tanto sul piano religioso, quanto su quello folkloristico.
A dimostrazione di ciò, la decisione di Regione Campania nel 2022 di iscrivere la festa nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC), nella sezione “Celebrazioni”, con la dicitura “Festa della Madonna delle Galline: riti, pratiche ed espressioni della pietà popolare Mariana”.
I festeggiamenti si svolgono ogni anno la domenica successiva a quella di Pasqua. Cominciano il venerdì, con il radunarsi di centinaia di persone davanti al Santuario, sede dell’Arciconfraternita, in attesa dell’apertura della chiesa in cui è custodita la statua della Vergine, ammirabile soltanto in quest’occasione.
Il culmine, invece, si raggiunge con la processione della domenica (pratica interrotta dal 2020, causa questioni di sicurezza legate alla pandemia da Covid-19), con la statua della Madonna che viene trasportata su un carro anticamente spinto dai fedeli, ma ora dotato di un motore, al quale il popolo offre vari volatili, principalmente galline: la processione passa a rassegna le strade, i vicoli, i cortili e le masserie di Pagani con al seguito appollaiati i gallinacei, noncuranti del vocìo, della musica e dei botti che appesantiscono l’aria.
Inoltre, lungo l’itinerario della processione i fedeli creano i toselli, edicole votive impreziosite da coperte di raso, merletti e stampi in terracotta, allestiti all’interno dei cortili di antichi palazzi, dove si canta e si balla al ritmo della tammurriata. E poi c’è il tamburo, l’oggetto simbolico deposto dai tammurrari ai piedi della statua della Vergine in segno di omaggio, fungendo da segnale di chiusura della festa.
La processione, la gente e le case, le strade e i balconi, i muri addobbati e i toselli. Tutto questo, e molto altro ancora, è la festa della Madonna delle Galline. Un contesto in cui rivive il più antico e puro spirito popolare, alimentato dall’odore acre di zolfo dei fuochi d’artificio mescolato a quello amaro dei carciofi, sui carboni accesi.
Una manifestazione che va ben oltre le tradizionali processioni pasquali, dunque, e che a distanza di anni potrà esserlo in maniera completa, come aveva abituato in passato.
Rullo di tamburi, quindi, su un momento dell’anno che porta la città a stringersi su se stessa e a far ricongiungere tra loro i cittadini, grandi e piccini, in senso sociale e culturale.
Un momento che sarà raccontato da Radio Base, sabato e domenica, in diretta con la regia mobile da Tecnico della Casa, in Corso Ettore Padovano, per unirsi alla festa più attesa dell’anno.