Grande emozione per gli studenti del Liceo Statale Pitagora Croce di Torre Annunziata, che ieri pomeriggio hanno incontrato il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel.
L’appuntamento, organizzato dall’Archeoclub d’Italia di Torre Annunziata e intitolato “Pompei ed Oplonti: tra latino e greco“, si è tenuto nell’aula magna della scuola, dove Zuchtriegel ha tenuto un’interessantissima lezione di storia e archeologia, durante la quale ha interagito con i ragazzi, rispondendo alle loro domande nella parte finale.
L’intervento dell’atteso ospite è stato anticipato da una presentazione di benvenuto redatta direttamente dai ragazzi del liceo, che nel loro lavoro hanno ripercorso le tappe della sua vita e della sua carriera, compresi gli ottimi risultati che sta riscuotendo da quando è entrato nella cabina di regia delle operazioni degli Scavi di Pompei, con tanto di numeri a certificare il tutto.
Dopo questa prima fase, il direttore ha preso la parola con un discorso portato avanti con un tono amichevole e al tempo stesso appassionato, e, tra traduzioni all’impronta, spiegazioni etimologiche e relative “interrogazioni” di latino e greco al giovane pubblico, ha toccato diversi punti, a partire dall’approccio agli studi della storia e delle civiltà antiche.
A riguardo, lo stesso ha tenuto a precisare i profondi limiti derivanti da uno studio della materia affrontato esclusivamente attraverso i libri, cosa che lascia una conoscenza marginale rispetto a ciò che è effettivamente stato, frutto della narrazione élitaria degli unici che fino a un certo periodo storico potevano permettersi di studiare e “dire la propria”, esprimendola poi in testi i cui contenuti sono stati tramandati fino a noi.
Qui il direttore, in una sorta di distinzione tra storia e racconto della storia, con particolare riferimento al periodo classico e alle produzioni letterarie e artistiche di quel periodo, ha sottolineato che «in un mondo antico fortemente dominato dalle élite, in cui era normale che esistessero persone “proprietarie di altre persone”, non c’era spazio per gli schiavi».
Per cui, in un’operazione in un certo senso anche “sociale”, l’archeologia, e quindi lo studio scientifico delle civiltà antiche attraverso le “tracce” delle rispettive culture, consegnandoci le effettive quotidianità di ciò che era, restituisce centralità agli schiavi e alle milioni di vite umane che letteralmente non godevano della libertà, e che invece oggi, proprio grazie ai reperti e alle scoperte archeologiche, diventano protagonisti davanti agli occhi dei visitatori.
Due concetti, quelli appena espressi, perfettamente sintetizzati dall’espressione usata dal direttore davanti ai ragazzi e ai professori del liceo presenti: «Gli scavi sono la fessura per scoprire un mondo antico che i libri ci forniscono con tanti filtri…un mondo caratterizzato da gerarchie sociali molto marcate, ma un mondo anche di movimento, che segue gli umori delle novità culturali della società».
Dunque, il protagonista della giornata, stimolato anche dalle domande degli interessati ragazzi, ha cercato di incoraggiarli allo studio della storia, soprattutto quella del proprio territorio, ribadendone l’utilità per la vita di tutti i giorni, in quanto conoscere e vivere le bellezze che si trovano alle proprie porte rappresenta l’unico strumento che ci consente di apprezzare il nostro mondo: a tal proposito, ha insistito sull’importanza delle partnership con le scuole, rispetto alle quali ha sottolineato la necessità di andare oltre a incontri one to many, caratterizzati da un ascolto passivo, bensì di favorire attività concretamente integrative, dove i giovani stessi diventano protagonisti attivi.
Inoltre, in merito al fenomeno degli attivisti dell’ambiente che imbrattano il patrimonio culturale in senso di protesta nei confronti dell’immobilismo dei governi nel contrasto ai cambiamenti climatici, ha riflettuto sul valore morale della battaglia, al di là della forma con cui viene espressa, evidenziando, in ogni caso, le sfide del presente e del futuro rispetto a cui non ci si può più tirare indietro, quella stringente della crisi climatica e quella delle tecnologie digitali.
Il tutto, con una chiosa finale: «Senza fantasia e immaginazione non c’è scienza. I grandi scienziati del passato non si sono mai limitati a un settore, ma hanno sempre operato trasversalmente tra più discipline, andando contro le resistenze delle metodologie conosciute».
Durante questo appuntamento, Radio Base ha avuto l’occasione di intervistare il direttore Zuchtriegel e la presidente dell’Archeoclub di Torre Annunziata Mirella Azzurro. Le loro parole ai nostri microfoni: